Le Fotodermatosi

Le fotodermatosi rappresentano un gruppo di affezioni dermatologiche nelle quali la luce costituisce il fattore determinante per il quadro clinico.
Le fotodermatosi idiopatiche colpiscono maggiormente il sesso femminile in giovane età con la lucite come manifestazione più frequente. Sono contraddistinte dalla comparsa, alcune ore dopo un’intensa esposizione al sole, di piccole papule eritematose e fortemente pruriginose nelle regioni foto esposte (decolleté, dorso, braccia e gambe). Talvolta le lesioni possono assumere carattere vescicoloso e il prurito può persistere per tutta la durata dell’eruzione, tendendo spontaneamente a scomparire in una decina di giorni se si evitano nuove e prolungate foto esposizioni.
L’orticaria solare è una forma comune di fotodermatosi idiopatica. E’ provocata dall’esposizione alla luce solare, manifestandosi pochi minuti dopo l’esposizione. E’ caratterizzata dall’insorgenza di pomfi molto pruriginosi che si manifestano subito dopo l’esposizione solare. La regressione dei pomfi comincia dopo 15-30 minuti e la loro scomparsa avviene nel giro di un’ora, mentre l’eritema può persistere fino a 3 ore.
L’hydroa vacciniforme è una rara malattia ereditaria legata ad alterato metabolismo delle porfirine. Questa rara dermatosi si osserva di norma nel bambino sotto i 10 anni e scompare spontaneamente dopo la pubertà. Dopo una forte esposizione estiva compare un’eruzione di elementi vescicolari che, successivamente ombelicale, esitano in cicatrice varioliformi. Le lesioni si localizzano agli zigomi, sul dorso del naso, sul padiglione auricolare, sulla superficie estensoria delle mani e sugli avambracci. Possono essere colpiti il capillizio e le mucose. La malattia recidiva ogni anno, lasciando cicatrici a volte molto evidenti alla sua scomparsa. Oltre alla fotoprotezione, che deve essere attenta in particolare per gli UVA, può essere usata comunque la vitamina B6, anche la PUVA terapia può dare risultati terapeutici.
Le eruzioni polimorfe causate dalla luce sono reazioni anomale verso una sorgente luminosa che non sembrano essere correlate ad alcuna patologia sistemica né ad alcun farmaco. Esse rappresentano una delle forme più comuni di fotodermatosi idiopatica. In numerosi pazienti adulti vi può essere familiarità con atopia. Le eruzioni appaiono su zone foto esposte, di solito 2-5 giorni dopo l’esposizione.
Un’altra fotodermatosi è la prurigo attinica. Clinicamente essa appare come una sovrapposizione tra dermatite atopica ed eruzione polimorfa solare. Caratteristica è una cheilite essudativa che predilige il labbro inferiore. Il prurito è marcato e le chiazze eritemato-edematose si sviluppano su guance, collo, arti superiori e mani, padiglioni auricolari. La terapia si basa su corticosteroidi topici e sistemici nei casi gravi.
Le fotodermatosi secondarie sono una serie di patologie in cui la fotosensibilità gioca un ruolo principale nella comparsa delle manifestazioni cliniche. Tra queste troviamo, ad es. lo xeroderma pigmentoso e la sindrome di Bloom, malattie alla cui base esiste un difetto genetico e quindi la fotosensibilità è secondaria al difetto in questione.
Nel caso si sospetti una fotoallergia si possono eseguire alcuni test, tra cui il foto test ed il foto patch test, che permettono di evidenziare una reattività patologica del soggetto ai raggi UV o ad alcune sostanze applicate sulla cute (creme, profumi, ecc) con successiva fotoesposizione ai raggi UV. Ricordiamo anche la fotosensibilizzazione legata ad alcuni farmaci (antibiotici, antidepressivi, antimicotici, ecc..)
La foto protezione riveste un ruolo fondamentale con fattori di protezione molto alta. Inoltre un’integrazione dietetica con sostanze ad azione antiossidante e antiradicalica può aumentare il grado di resistenza cutanea al danneggiamento fotoindotto.

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