La ritenzione idrica si accompagna spesso alla cellulite che – come si sa – colpisce più le donne, il 50% delle quali soffre di entrambi questi disturbi. Se non ci sono cause collegate a disfunzioni del sistema linfatico o all’abuso di farmaci, la ritenzione idrica è in genere determinata da una dieta troppo ricca di sodio. Le cellule adipose trattengono i liquidi nelle aree intracellulari col risultato di gonfiare i tessuti di pancia, gambe, fianchi e di impedire l’eliminazione delle scorie, con ovvie ripercussioni a carico dei reni.
Come evitare la ritenzione idrica
Sicuramente una dieta iposodica corre il rischio di diventare monotona e soprattutto poco saporita, ma questo rischio può essere mitigato da un’accorta scelta degli alimenti. Innazitutto bisogna riconoscere quelli ricchi di sodio: insaccati, formaggi e patatine innanzitutto. Rimandiamo a questo articolo sulle diete iposodiche per un elenco esaustivo, e dove si forniscono consigli per non rinunciare ai sapori pur riducendo il sodio.
Una recente causa della ritenzione idrica è anche l’intolleranza al lattosio, un fenomeno che ormai colpisce più della metà della popolazione italiana. Quale che la sia causa, il rimedio principe alla ritenzione idrica è l’acqua: bere, bere, bere acqua, almeno 1 litro e mezzo al giorno. Si tratta in fondo di 3 bottigliette che si possono portare in qualsiasi ambiente di lavoro, senza vergogna: anzi, vederci bere si tramuta in beneficio per tutti, giacché ricorderemo agli altri di farlo…. Se tuttavia 3 bottigliette sembrano troppe, si può sostituirne una con una tisana drenante che ottimizzerà gli effetti dell’acqua sul nostro organismo.
Un trattamento fitoterapico – basato cioè sull’impiego di piante o di estratti ed integratori vegetali – ripristina nell’organismo uno stato di equilibrio: tisane drenanti ce n’è di tutti i tipi (betulla, ciliegie, granturco, pilosella…) ma forse ancora poco conosciuto è l’equiseto. L’equiseto è raccomandabile oltre che per le proprietà antiritenzione e snellenti, anche per la stimolazione della produzione di collagene e quindi per combattere l’osteoporosi o comunque l’assottigliamento del tessuto osseo.
L’equiseto è a metà strada tra una pianta e un fungo perché non ha fiore e si riproduce quindi per mezzo delle spore. Cresce ai margini dei campi o lungo i fossi di montagna. L’impiego erboristico prevede di farne un infuso che ha effetti positivi sull’apparato urinario in funzione dell’elevato potere disinfettante per la vescica a prevenzione della formazione di calcoli renali e cistiti. Ciò che occorre fare è ridurre al minimo lo stress metabolico, ovvero evitare di accumulare liquidi e scorie perché in realtà la cellulite non è nient’altro che è la soluzione obbligata escogitata dal nostro organismo di fronte all’impossibilità di smaltire le scorie: cioè non ripulirle più.
E a tutto questo non sono estranei gli ormoni rilasciati in seguito a stress psicologico che inducono l’organismo a comportarsi come se fosse perennemente in condizioni di emergenza. In tali circostanze avere acqua e grasso a disposizione può essere un’ottima cosa, ma non lo è affatto se diventa una situazione cronica. In sostanza prima di trascorrere ore ed ore in palestra per combattere il ristagno dei liquidi nel nostro corpo responsabile di quei gonfiori antiestetici che ben conosciamo, proviamo ad introdurre una alimentazione equilibrata, senza della quale sarà comunque difficile ottenere risultati duraturi.
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