Come proteggersi dal sole dopo la quarantena

Foto di Anna Shvets da Pexels

Ma quale quarantena? Quella che stiamo vivendo sembra piuttosto somigliare a una prigionia.

Nell’attesa di archiviare il caso Coronavirus e di poter finalmente tornare a una vita normale, dobbiamo fare i conti con uscite limitate (per alcuni nessuna), indossando guanti e mascherine. Se a voi tutto ciò potrà risultare stressante, non pensate che la pelle se la passi meglio.

Normalmente, infatti, la primavera consente alla pelle di adattarsi gradualmente al sole e ai caldi afosi che presto ci attenderanno. Questo periodo di transizione lo stiamo ahimé trascorrendo a casa e non solo non abituiamo l’epidermide alle condizioni che ci attenderanno quando potremo tornare “a tempo pieno” all’aperto, ma passando molto tempo in luoghi chiusi e per forza di cose ombreggiati, la stiamo indebolendo, rendendola ancora più vulnerabile.

Primo sole, primi problemi
Qualche ora passata al sole, magari anche in occasione di una passeggiata, ed ecco che la pelle si arrossa, provocando una sensazione di bruciore ma soprattutto di prurito, in particolare nella zona del décolleté e sul viso. Sono i sintomi caratteristici dell’eritema, termine che deriva dal greco erythem che vuol dire “arrossamento”. Questo disturbo è provocato dai raggi ultravioletti, che possono congestionare i capillari sottocutanei e danneggiare la cute.

Se l’eritema è blando, tende a scomparire in fretta. Chi invece trascura i primi segnali di allarme, e resta al sole, rischia la formazione di vesciche e bolle che si riempiono di siero e possono lasciare i segni tipici dell’ustione. Inoltre, la cute ustionata produce sostanze infiammatorie che possono provocare, in alcuni casi, anche febbre.

Non disperiamo. Non tutti coloro che prendono il sole sono soggetti a eritema: molto dipende dalle difese naturali della cute di ogni persona – e in particolare della presenza di melanina e dallo spessore dell’epidermide. La pelle chiara è certamente più sensibile ai raggi solari e va quindi protetta con adeguati filtri, per scongiurare sia l’eritema sia le scottature. Se arrossamento e prurito sono di lieve entità, può essere sufficiente sciacquare la pelle con un po’ di acqua fredda e applicare un buon prodotto lenitivo doposole . In caso di eritema di media entità si può ricorrere a creme e prodotti  a base di benzocaina, acido ialuronico,  creme cortisoniche e quant’altro.

Per chi si vuole abbronzare

La pelle si difende dalle radiazioni solari producendo melanina. Circa un paio di ore dopo un’esposizione al sole, la pelle si arrossa perché si è innescato il meccanismo di ossidazione della melanina che si trova sulla superficie della pelle stessa. Questo primo accenno di abbronzatura scompare però in 24-36 ore. Nel frattempo, ha inizio la stimolazione vera e propria dei melanociti, cioè delle cellule che si trovano tra l’epidermide e il derma, e che hanno appunto il compito di produrre melanina. L’abbronzatura vera e propria comincia circa due giorni dopo la prima giornata al sole, e permette alla pelle di proteggersi in modo più efficace delle successive radiazioni. Ecco, perché dopo i primi giorni di sole non ci si scotta più.

Insomma, in questo periodo abbiamo, se non altro, imparato che è importante prenderci cura di noi stessi, specialmente quando usciamo di casa. Il sole, se preso con moderazione e buon senso, fa bene alla pelle e non deve essere per forza visto come un nemico da cui difendersi.

Curiosità: forse non tutti sanno che la pelle è più sottile nelle donne che negli uomini e in generale può misurare dagli 0,05 millimetri delle palpebre ai 5 millimetri del palmo della mano e della pianta dei piedi. Questo dipende sia dal diverso spessore degli strati di cui è costituita, sia dallo “stress” cui è sottoposta e che contribuisce a ispessirla. Il colore è dovuto al sangue nei capillari e alla quantità di melanina, che regala la classica abbronzatura che tutti conosciamo.


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